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Nel gioco della mia vita

Io non dovevo essere pronto

e libero, completamente libero.

Il mio tempo è asincrono

e in questa attesa di niente

è furore e demenza.

Mi diverte il gioco della mente

e all'improvviso estraneo

non ascolto non avverto.

M'è vicino il pesco rosa

della mia contrada

e il figlio e la donna

accanto ai simboli 

del mio non esserci ancora.

Potrei sperare all'improvviso

d'impazzire

risolvere il tempo

e atomizzare fotogrammi d'esistenza

scoprire che solo per un istante

l'arabo vende anelli del deserto

e subito ha plastica fra le mani.

Sono maschere queste donne

lucide e provocanti

vestite di nylon

e ammiccanti la sera che viene.

E' tempo che si misuri il tempo

si notino distanze

si misurino differenze.

Mio Dio

dov'è il senso del tuo esserci stato

se scompaiono le feste della vita

e le campane del nostro ricordarci

mentre a Roma si è stretti

dentro autobus in colonna

e sirene?

Nonostante chiese e cattedrali

mi sembri diverso

mai chiuso

mai preso

nel gioco della mia vita.

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