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Eredità
Non posso lasciarti solo questo,
un mondo malato per le tue foto a colori,
e nessun dio in cui credere ancora.
Non posso lasciarti ancora questo,
corpi come proiezioni di corpi
e vite come anni passati in attesa di nulla.
Non posso lasciarti neanche questo,
amori virtuali fragili e muti
quando avrai fame e sapranno di nulla.
Vieni con me,
torniamo alle piccole radici
che bucano il cemento,
aspettiamo che nascano ancora le zagare,
che resti il profumo del pane
che sia fresco il vento e calmo il mare.
Ti parlerò di quando nascevi,
di quando correvi e disegnavi figure,
di quando ridevi e indicavi le nuvole,
e davi nomi nuovi alle cose,
e di quando tua madre cantava canzoni
finché non dormivi abbracciato alle stelle.
Londra 17 aprile 2018